Tirocini estivi: si arriva fino a 900 euro al mese
Tutto sui tirocini estivi
Tirocini estivi: la spinta parte dall’azienda o sono più frequenti le candidature dei ragazzi? Dipende dai casi e dalle esigenze specifiche, ma quello che si riscontra, in generale, è un aumento delle richieste. «La Regione dice che abbiamo superato le 300 attivazioni? Credo che ne avremo molte di più, perché sono tante le domande ancora in cantiere, e lo dico anche per esperienza diretta».
A parlare è Alberto Giorgiutti, un consulente del lavoro udinese che non esita a definirsi un sostenitore delle esperienze di lavoro estive. «È un’opportunità – spiega – e nella maggior parte dei casi nasce da motivazioni virtuose. Motivazioni che possono essere tanto delle famiglie, per spingere i ragazzi a un primo contatto con il mondo del lavoro, a ridurre la noia o la dipendenza dai cellulari e dai social, quanto dei ragazzi stessi: per non gravare sui genitori, per guadagnarsi qualche soldo, mettere da parte un gruzzolo o per potersi permettere un viaggio, magari all’estero».Tanti casi, e se la motivazione economica spesso è quella prevalente, e spinge ragazzi a occupazioni generiche e senza rapporti con quello che pensano o sognano di fare da grandi, alle volte c’è già l’abbozzo di un tirocinio professionalizzante. Non mancano le controindicazioni e il rischio di un uso improprio dello strumento, che a volte può mascherare lavoro stagionale sottopagato. «Se un ragazzo si fa un tirocinio di tre mesi in un bar – commenta Giorgiutti – è evidente che 500 euro al mese sono pochi e che quel compenso dovrebbe essere integrato. Quegli stessi 500 euro, al contrario, possono essere un disincentivo a ospitare uno stagista estivo in realtà dove un giovane che arriva ha molto da imparare, ma oggettivamente poco da dare, come ad esempio in uno studio legale o da un commercialista».Un bicchiere mezzo pieno? «Da consulente del lavoro, credo che l’errore sia stato quello di escludere i minorenni dall’apprendistato professionalizzante, che garantiva condizioni retributive e previdenziali più eque. La norma, che “salva” soltanto i 17enni già in possesso di un titolo professionale, era stata concepita per contrastare l’abbandono scolastico, ma il suo effetto principale è stato quello di cancellare l’apprendistato estivo, che era meglio tutelato dello stage. Va detto però che molti datori di lavoro sono pronti a riconoscere l’impegno, con compensi che arrivano a 800-900 euro mensili. Un motivo in più per mettersi alla prova, e credo che i giovani stiano prendendo coscienza dell’importanza della alternanza scuola lavoro, non inteso solo come strumento di formazione ma anche come esperienza di vita. E non mi riferisco solo al lavoro in senso stretto, ma anche, ad esempio, al volontariato nei centri estivi»A dare una spinta ai tirocini, in Friuli Venezia Giulia, la discesa in campo da giocatori, e non da semplici arbitri o supervisori, dei Centri di orientamento della Regione. «Stanno facendo – spiega Giorgiutti – un grande lavoro, non soltanto perché consentono di attivare i tirocini a luglio, quando le segreterie delle scuole non sono più operative, ma anche per i tempi dell’iter, davvero molto rapidi: bastano 4-10 giorni, a seconda dei casi, per attivare una convenzione». Lo strumento potrebbe essere più agile, secondo Giorgiutti, se si chiarissero alcuni aspetti, come quello relativo alle visite mediche: «Secondo la Regione non sono più obbligatorie, ma gli organi ispettivi non sono dello stesso parere in quanto la norma nazionale è rimasta invariata: è un aspetto che andrebbe chiarito, perché può essere fonte di problemi e anche di sanzioni». Limiti che non inficiano la validità dello strumento: «È un primo contatto con il mondo del lavoro, un modo di passare dall’altra parte della barricata, di imparare, di dare il giusto peso al denaro, e non soltanto per chi punta a entrare subito nel mondo del lavoro: per questo penso che la crescita dei tirocini, anche tra i liceali, sia un buon segnale e che vada incoraggiata. Per contro, anche alla luce della legge di Bilancio 2022, che punta a un riordino dei tirocini, con lo scopo di contrastare ogni forma di abuso e di utilizzo fraudolento, le aziende ospitanti devono essere consapevoli che le modalità di svolgimento devono essere funzionali all’apprendimento e non all’esercizio di una mera prestazione lavorativa».